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Truffa dello squillo.

Illustrazione in due pannelli, a sinistra un cellulare con elenco chiamate, a destra un uomo incappucciato con un punto esclamativo sul petto

Chiamata senza risposta.
Una truffa datata ma ancora efficace.
Conosciuta con il nome wangiri i cybercriminali approfittano dell’ingenuità delle persone per addebitare chiamate a servizi telefonici costosissimi o attivare abbonamenti a servizi premium.
Il wangiri, anche conosciuto come truffa dello squillo o della chiamata senza risposta, è molto semplice: la vittima trova una chiamata senza risposta sul telefono proveniente da un numero estero; se richiama, viene indirizzata a un numero di telefono a pagamento, in grado di addebitarle anche 1 o 2 euro in pochi secondi.
Solitamente gli squilli arrivano in orari in cui è più probabile che la vittima non possa rispondere, ad esempio durante l’orario di ufficio o di notte.

La chiamata è cortissima, solo uno squillo, in modo che la persona non abbia tempo di rispondere e decida di richiamare il numero, vinto dalla curiosità o per mancanza di tempo per riflettere sulla provenienza.
Quando richiama, la telefonata viene reindirizzata a un numero con sovrapprezzo, un servizio privato con costi altissimi che in Italia sarebbe illegale, ma che purtroppo non può essere bloccato a priori dagli operatori telefonici.
L’unico rimedio per non rimanere vittime del wangiri è quello di prestare la massima attenzione ai numeri che troviamo nel registro del nostro telefono e di richiamare esclusivamente quelli di cui siamo sicuri.
Se qualcuno è realmente interessato a parlare con noi e non ne conosciamo il numero, sicuramente proverà a ricontattarci.